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LEONARDO ROSSINI: ONORE E ONERE DI ESSERE DS

di ANDREA ROSSI

CHIARAVALLE Per senso di appartenenza, è a tutti gli effetti chiaravallese, anche se è nato e vive a Jesi. Con la nostra comunità, però, c’è qualcosa di più di una semplice affezione. Leonardo Rossini, 36 anni, otto stagioni in cabina di regia nel centrocampo biagiotto e da poco più di una settimana nuovo direttore sportivo: “Effettivamente Chiaravalle mi ha dato tanto – queste le sue prime parole rilasciateci in forza del suo nuovo ruolo all’interno della società rossoblù – sia dal punto di vista calcistico, sia da quello lavorativo, dal momento che ho lavorato quotidianamente in questo paese per nove anni, iniziando appena fui assunto dalla compagnia assicurativa di cui sono ancora dipendente. La mia vita si è sviluppata a Chiaravalle e, pur sentendomi jesino, ciò che mi ha trasmesso questa comunità è  qualcosa di veramente profondo, di diverso  rispetto a ciò che si riesce a “respirare” altrove. Del resto se sono rimasto a giocare per otto anni con la Biagio e non ho mai pensato di andarmene, neppure per un istante, un motivo deve pur esserci. Posso dire che Chiaravalle è una cittadina inclusiva, può capitare di dover andare via, ma tutti quelli che sono andati via da qui non hanno vissuto la stessa esperienza che si ha quando si lascia un altro posto. C’è qualcosa di particolare che ti lega a questa comunità e che rimane per sempre”.

Come vivi questo nuovo ruolo? Ci avevi pensato prima o è stata una decisione improvvisa?

Luca Latini, l’attuale presidente, me lo proponeva spesso per scherzo, sinceramente prima non avevo badato a quella che mi sembrava una battuta. Poi, all’incirca tre settimane fa, dopo l’infausto spareggio di Porto Sant’Elpidio, mi ha chiamato e mi ha detto che avrebbe avuto piacere che fossi proprio io il nuovo direttore sportivo. Ci ho pensato giusto quei trenta secondi di rito, in pratica ho preso una decisione istintiva, perché qualcosa mi ha detto che potevo permettermi di mantenere un mondo che conosco e che amo, sia pure in un nuovo ruolo”.

E sei naturalmente consapevole della responsabilità che una prima esperienza comporta…

Certo, sono pienamente consapevole del peso delle decisioni da prendere e delle idee che è necessario produrre. È vero che dal punto di vista gestionale si tratta della prima esperienza, ma è pur vero che il calcio è un mondo che conosco, dal momento che ci sto da quando avevo sei anni. Le responsabilità vanno gestite in quanto opportunità che la vita ti presenta. Si può anche decidere di non assumersele e vivere in modo più tranquillo, ma non è una scelta che fa per me. Non le considero un rischio, non vivo quest’esperienza con l’incubo dell’errore, poi certo sbagliare ci sta, ma le ritengo un’occasione di crescita, la continuazione di una passione che ho sviluppato fin da piccolo, indipendentemente da come andrà”.

Parliamo dunque di questa nuova stagione. C’è qualcosa di definito nella scelta dell’allenatore e nella costruzione della rosa?

Dico che siamo a buon punto per quel che riguarda l’allenatore, ma insieme con il CdA preferiamo che le cose siano dette nel momento in cui c’è l’ufficialità. Purtroppo siamo stati un po’ stretti con i tempi, ma spero di poter annunciare la parte tecnica già questa settimana”.

Non siamo un po’ in ritardo?

Per me siamo sempre in ritardo, io ero una persona che concludeva gli accordi già da maggio, nel senso che ho sempre firmato o rinnovato molto presto. Però, obiettivamente, non è eccessivamente tardi. Il campionato di Promozione è finito domenica, molte squadre si stanno costruendo ora, tra cui la nostra, ovvio che è ora di cominciare a mettere qualche tassello”.

Il nuovo Cda è stato chiaro in proposito: la Biagio punta a un pronto ritorno in Eccellenza.

È così, non ci nascondiamo certo dietro a un dito. Poi, come si suol dire, un conto è il dire, un conto è il fare”.

Il campionato di Promozione conta attualmente 34 squadre. Pensi che sarà ripescata qualche squadra dalla Prima Categoria o addirittura che qualcuna finisca in Eccellenza per fare conto pari?

L’Eccellenza a 18 la escluderei, la Federazione è stata molto chiara nel volerla riportare a 16. Non temo, come alcuni, un ulteriore sospensione per Covid, anche se probabilmente ad autunno cresceranno i contagi, perché credo che il vaccino abbia eliminato la possibilità di stop. Un altro campionato con squadre dispari non sarebbe il massimo, ma se così  fosse ci adegueremo. Allo stato attuale vedo alcune squadre del Nord della regione che si stanno rafforzando, per cui sarà dura”.

È vero che alcuni giocatori garantiscono la disponibilità alla condizione di giocare di sabato?

No, detto così non è vero. Posto che io preferirei sempre giocare la domenica e questa è stata anche la decisione della società, è normale che in un campionato dilettantistico, dove il 90% dei tesserati lavora, il sabato diventa un’eventualità da considerare, ma non c’è alcuna condizione e non è un problema insormontabile”.

Cosa ti senti di dire ai tifosi rossoblù?

Io spero di poterci parlare di persona e dire loro semplicemente grazie. Se sono biagiotto lo devo essenzialmente a loro e biagiotti si diventa. Per tutto ciò che hanno dato a me e alla squadra in questi otto anni non mi resta che ringraziarli. Certo vorrei che continuassero a venire al campo e sostenerci, ma saranno loro a fare le valutazioni, io non prometto niente, se non l’impegno di costruire una squadra competitiva”.

Leonardo, un’ultima cosa: quanto ti mancherà il calcio giocato?

Tanto. Ma la prima cosa che dirò ai ragazzi è che le mie scarpette sono ancora nello spogliatoio. Non si sa mai… (ride)

Grazie Leonardo. E in bocca al lupo! Attendiamo novità…

Non mancheranno”.

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