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UN ANNO DA DS: IL BILANCIO A TUTTO TONDO DI LEONARDO ROSSINI

Si è appena chiusa la lunga stagione iniziata nell’agosto scorso. In mezzo tante cose: il nuovo CdA,  le celebrazioni del centenario, l’effimera esperienza Moriconi, gli addii anticipati di alcuni calciatori, l’arrivo di Pazzaglia, la rosa ricompattata a dicembre, l’inizio disastroso, il girone di ritorno disputato ad alti livelli fino al platonico ma non disprezzabile sesto posto finale. Abbiamo tracciato un bilancio a tutto tondo con il direttore sportivo Leonardo Rossini (nella foto) il quale, ci teniamo a dirlo, non è uno qualsiasi che passa e va, essendo da nove anni alla Biagio e avendo vestito per ben 230 volte la maglia rossoblù, da oggi quarto “alfiere” di tutti i tempi, dietro solamente a Giuliano Santinelli, Michele Domenichetti e Mauro Rovina.

Leonardo, è finita la stagione. Possiamo fare tanti nomi che ne rappresenteranno il ricordo, io ne faccio solamente uno, quello più significativo: Carlo Andreoni“.

Oltre a tutto quello che è successo, la stagione è stata complicata anche sotto quell’aspetto lì. Sappiamo tutti, purtroppo, ciò che è successo a Carlo. Le notizie che abbiamo sono abbastanza confortanti, ma la seconda parte della stagione è stata una cavalcata anche per lui, perché Carlo è la storia vivente di questa società ed è una personalità che è molto mancata nel corso dell’anno“.

Voi eravate al corrente di ciò che era successo proprio qualche attimo prima della partita interna con il Barbara?

No, siamo andati in campo senza sapere niente, ce lo dissero subito a fine partita, anche se le notizie erano ancora un po’ confuse“.

Stiliamo un bilancio della stagione, dopo quest’ultima (brutta) partita, che abbiamo già analizzato con il mister?

Il bilancio totale è complessivamente positivo, perché fare ciò che abbiamo fatto nella seconda parte del campionato non è una cosa ‘normale’. Il gruppo è diventato squadra, soprattutto nell’ultimo terzo di stagione, i risultati sono cominciati ad arrivare anche in maniera abbastanza continuativa. Volevamo chiudere il girone di ritorno con 31 punti, ne abbiamo fatti 28, se avessimo fatto altrettanto all’andata avremmo chiuso a 56, quindi meglio dell’Urbania, che è arrivata seconda“.

Sulla seconda parte siamo tutti d’accordo, ti chiedo allora della prima. Cos’è che non è andato?”

La prima parte è stata piena di nervosismo e di incomprensioni, perché i risultati tardavano ad arrivare. Quello che è successo a Montecchio ha destabilizzato un po’ l’ambiente, però ci tengo a dire una cosa. A volte, quando le cose vanno male, si tende, peraltro giustamente, a cercare le reponsabilità e individuare un colpevole. Io mi sono sempre assunto le mie responsabilità. Ho commesso errori, che riconobbi anche durante la precedente intervista dopo la gara contro il Valfoglia, ai quali abbiamo rimediato. Detto questo, quando nella seconda parte si è parlato giustamente di meriti, come altrettanto giustamente nella prima si parlava di demeriti, il mio nome è saltato fuori molto poco. Mi voglio togliere un sassolino dalla scarpa, perché nel momento in cui si parla di responsabilità io me le accollo tutte, senza alcun tipo di problema, ma quando c’è da riconoscere i meriti ho visto poca onestà in ciò che ho letto e, devo essere sincero, certe cose non mi sono andate giù“.

Vogliamo dire a chi è diretta questa frecciatina?

È diretta in generale e non è diretta a una persona specifica. Però, ripeto, i meriti per ciò che abbiamo fatto noi squadra, il mister e la società vanno equiparati. La società ha fatto uno sforzo, il mister ha cementato un gruppo, la squadra si è compattata in maniera eccezionale, però ho letto io il mio nome molte volte quando si trattava di assumersi le responsabilità, poche volte quando si trattava di riconoscere i meriti. Confesso che la cosa mi è dispaciuta e ci tenevo a puntualizzarla, anche perché io ero uno dei pochi che credeva e che ha sempre creduto nel valore di questa squadra. Facciamo caso a chi ha giocato nel periodo per noi estremamente favorevole: certo alcuni giocatori sono stati inseriti ex novo, ma 13 o 14 sedicesimi (considerando anche i cambi) di quelli che sono scesi in campo ogni volta erano ragazzi che avevano iniziato la preparazione ad agosto. Questo significa che la squadra è stata corretta, ma non rivoluzionata. E significa che quel che che era stato fatto ad agosto non era tutto sbagliato, per cui questa squadra ha sempre avuto dei valori. Poi è normale, in qualche zona del campo bisognava intervenire, cosa che abbiamo fatto ma, lo ribadisco, questa squadra ha sempre avuto dei valori e io ci ho sempre creduto“.

Senti, quando iniziasti, ad agosto, mi dicesti che per te era una sfida. Adesso sei ancora convinto di fare il ds? Ti ci vedi ancora in questo ruolo, che sia alla Biagio o altrove?

Non lo so, ci sto riflettendo. La società sa quello che penso. Per essere stata una prima esperienza è stato un anno veramente ‘tosto’, pensavo di poter arrivare a maggio più rilassato, per cui… devo riflettere“.

Una cosa che hai fatto quest’anno e che non avresti voluto fare, perché magari sei stato costretto a farla…

Oddio, mi metti in difficoltà! Direi nulla. La società mi ha sempre lasciato carta bianca e nel momento in cui è intervenuta mi ha detto essa stessa che voleva intervenire, dunque non mi ha detto: “devi fare questa cosa qua…”, per cui non sono mai stato costretto a fare qualcosa contro la mia volontà. Tornassi indietro, rifarei tutto da capo e tutto diverso, ma per mia conformazione mentale. Non inizierei nemmeno a giocare a calcio e studierei fisica, pensa un po’. Mi incuriosisce pensare a come sarebbe andata se avessi fatto scelte diverse, per cui rifarei tutto, ma tutto in un’altra maniera, perché sono fatto così. Adesso penso che i ragazzi meriterebbero tutti di rimanere qui, perché abbiamo creato un gruppo veramente unito, ma non sarà facile trattenerli tutti. Vedremo…

Una cosa che invece non hai fatto e avresti voluto fare…

Un po’ più di gol (sorride), ne ho fatto solo uno, un girone fa. Battute a parte, le scelte nel momento in cui le fai sono sempre giuste. In quel momento andavano fatte, è evidente che in un altro momento si possa valutare diversamente, ma questo vale per ogni cosa che si fa nella vita. Quando da quelle stesse scelte scaturiscono effetti, si capisce se siano state funzionali o disfunzionali agli obiettivi, ma nell’immediato presente pensi sempre che quel che fai sia la cosa migliore“.

Veniamo all’ultima domanda. È inutile girarci intorno, riguarda la questione tifosi. Si può essere d’accordo o in disaccordo con la logica dei tifosi, è innegabile che per la Biagio essi abbiano sempre rappresentato un valore aggiunto, che quest’anno è mancato…“.

Sì, purtroppo sì. Mi è capitato di parlare con qualche tifoso, c’è stato anche un confronto molto acceso a Rio Salso, loro sanno perfettamente quel che pensiamo noi. Io ho sempre detto loro che sono sempre stati la parte fondamentale della Biagio. Sempre, sia in casa che in trasferta. Quest’anno purtroppo in casa non ci hanno sostenuto e in trasferta lo hanno fatto in tono minore rispetto ai precedenti otto anni in cui sono stato qui. Sicuramente è stato un fattore che ci ha penalizzato, perché so quanto peso riveste il loro apporto, soprattutto nelle partite interne“.

Pensi che ci sia possibilità di ricompattare“?

C’è sempre la possibilità di ricompattare. Io credo molto nella comunicazione, nella vita niente è definitivo, solo la morte lo è. Basta che ci sia la volontà, da entrambe le parti“.

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