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La nostra Biagio

L´attività riprese solo dopo nove anni e si ricominciò dalla Seconda Categoria, non appena si poté disporre di un provvisorio terreno di gioco (lo stesso dell´attuale stadio), dotato di recinzione provvisoria e praticamente privo di regolari spogliatoi, sostituiti da una traballante baracca in legno e lamiera. Il fondo, che era stato ricavato spianando in qualche modo un terreno incolto, ad ogni piovasco diventava estremamente fangoso, tanto che fu deciso di ricoprirlo con circa 150 camion di scorie della Montecatini; al termine di ogni partita i giocatori erano quasi tutti rossicci, di terra e … di sangue.

Anche in questa occasione si ripeté la storia di radunare gli atleti locali che militavano presso altre società. Tra questi vanno ricordati: Romano Abbruciati, Giordano Brunelli, Giuliano Manfredi, Sergio Alfieri, Franco Favi, Canzio Scrosta, Franco Beldinanzi, Renato Boschi, Alfonso Testaferri. Sotto la guida del Presidente “Lillo” Belfiori, dei dirigenti Enzo Bagnarelli, Nazzareno Latini, Ennio Canonico, Vittorio Marini, Valdo Lombardi, Carlo Olivi, Mario De Fraia, Spartaco Bruschi, Argo Campana, Mario Cristiani, Lamberto Belelli, Archimede Novembre, Eure Carletti e dell´allenatore Culinari, fu vinto il campionato che è passato alla storia per il “caso Cagossi”. Il giocatore spezzino (marinaio ad Ancona), tesserato dalla Biagio, risultò vincolato ad un´altra società ligure, rendendo così inevitabile la sonante penalizzazione che costò il titolo. Nonostante ciò, alla vigilia del campionato successivo, la Biagio fu egualmente ammessa in Prima Categoria, in cui militò onorevolmente nei due anni successivi.

Per tre stagioni, dal ´62 al ´65, durante la costruzione del nuovo stadio, la Biagio, dopo aver dovuto forzatamente rinunciare alla Prima Categoria, fu costretta a disputare campionati interamente in trasferta, nei campi di Moie, Montemarciano e Polverigi. Nel campionato 1964-65 (gare interne a Polverigi) la Biagio perse il campionato proprio all´ultima giornata, beffata dal Moie che, appaiato ai chiaravallesi alla vigilia dello scontro diretto, vinse per 2-1, tra le polemiche, la gara decisiva di Polverigi. Una “maledizione” per i colori rossoblù che si ripeterà undici anni dopo in quel di Camerano.

Finalmente, il 23/8/65, fu inaugurato il nuovo stadio. La prima partita, disputata in un´imponente cornice di pubblico entusiasta (più di 2000 persone), fu una gara amichevole con la blasonata Jesina, allora militante in serie C (l´amichevole faceva parte del contratto di acquisto da parte dei “leoncelli” del portiere “biagiotto” Novembre). Il nuovo stadio portò subito fortuna alla Biagio, che vinse alla grande quel campionato e fu promossa in Prima Categoria. Il primo anno, 1966-´67, non fu particolarmente brillante e la Biagio chiuse al quartultimo posto, con un punto di penalizzazione. Undicesima l´anno successivo, la squadra diede il meglio di sé nel 1968-69 quando, sotto la guida dell´allenatore Casadio e del Presidente Gianni Marcorelli, conquistò un brillante quinto posto e, grazie alla ristrutturazione dei campionati, il diritto a disputare il nuovo torneo di Promozione a girone unico. Artefici principali furono giocatori come Mauro Moroni, Enea Marinelli, Giuliano Santinelli (che sarebbe poi diventato l´ “alfiere” rossoblù), Eraldo Bruschi, i due fratelli Carlo e Olimpio Micheletti, Tullio Buratti, Carlo Petrucci ed i portieri Massimo Balducci e Vittorio Lombardi.

Il primo campionato di promozione nel ´69-´70 fu esaltante e si concluse con un sesto posto davanti a compagini ben più agguerrite, almeno sulla carta. Tra l´altro i chiaravallesi furono in testa alla classifica per dodici giornate, poi, a Castelfidardo, ne successero di tutti i colori. La partita contro il “Castello” terminò sul campo 2-2 e fu pareggiata da una rete del più giovane dei Micheletti nei minuti di recupero, con la squadra ridotta in nove e con Santinelli improvvisato portiere al posto dell´espulso Giorgio Parri. Tuttavia, a causa di un referto arbitrale non certamente tenero che portò alla squalifica di cinque atleti chiaravallesi, appiedati complessivamente per sedici giornate, la partita fu persa per 0-2 a tavolino. Proprio per questo motivo la gara in questione viene ricordata tuttora come “la battaglia di Castelfidardo”. In quella stessa stagione la squadra ottenne un discreto piazzamento anche in Coppa Italia, dove giunse fino ai sedicesimi di finale (battuta dal Fiesso d´Artico, squadra veneta che annoverava tra le sue file alcuni giocatori che sarebbero poi approdati alle serie professionistiche), eliminando nel turno precedente la Tagliolese, al termine di un´altra leggendaria gara, giocata a Taglio di Po in un clima atmosferico infame, proprio a ridosso della sponda del fiume in piena, finita in parità grazie alle strepitose parate di Lombardi. Dopo il settimo posto della stagione successiva, il campionato 1971-72 fu sfortunato per la Biagio che retrocedette in prima categoria.

In questo torneo la Biagio disputò negli anni successivi ottimi campionati, senza però riuscire a centrare l´ambito ritorno in Promozione. Per cinque stagioni consecutive (se non è un record, poco ci manca), i chiaravallesi conquistarono sempre la piazza d´onore rispettivamente dietro Matelica, Porto Recanati, Camerano (che ci condannò ad una delle più brucianti delusioni sportive, ancora oggi difficile da dimenticare, battendo la Biagio per 1-0 nell´ultima giornata del 5.5.1975 ed operando il sorpasso decisivo), Filottrano-Castelfidardo e Montemarciano, che si aggiudicò il torneo 1976-77 con la Biagio seconda a quattro lunghezze. In tale occasione la squadra fallì la possibilità dell´aggancio ai “cugini” biancoazzurri, trascinati in avanti dal forte Santini e dalla “volpe” Barucca, nello scontro sentitissimo disputato a Chiaravalle (dove tra l´altro goliardici manifesti mortuari che annunciavano la fine del “Monte” erano stati affissi in nottata), perso senza attenuanti per 1-0. In quegli anni, nonostante il clima politico e sociale assai caldo, la squadra costituì un polo di aggregazione costante: il Comunale stracolmo per le super-sfide e l´incitamento passionale e continuo rimangono una fedele testimonianza di un passato ancora recente, ma per certi aspetti molto lontano. In quest´epoca presidenti furono il dott. Giovanni Donati e successivamente Plinio Parasecoli, mentre tra i tanti atleti che vestirono la maglia rossoblù è doveroso ricordare i portieri Novembre e Sgalla, l´inossidabile Santinelli, Andreucci, Rimini, Costantini, Diambra, Pierpaoli, Michieluzzi, Martarelli, Bartozzi, Catalani, Renzaglia, “Bobo” Donati, Cappanera, Caselunghe.

Finalmente, nell´annata sportiva 1977-78 la Biagio riuscì a coronare il sogno aggiudicandosi il girone B di Prima Categoria, dopo un serrato duello con il Filottrano (decisiva fu la penultima giornata, allorché la Biagio operò il sorpasso grazie alla clamorosa sconfitta dei rivali a Belvedere Ostrense), suggellando nel modo migliore uno splendido inseguimento che la portò a collezionare 27 punti su 30 nel girone di ritorno, fino all´apoteosi finale di Cupramontana. Non solo, ma nel gironcino finale a quattro con le altre vincenti dei gironi di Prima Categoria, la Biagio si fregiò anche del titolo di Campione Regionale, dopo i pari con Castelfidardo e Vadese e la vittoria di Recanati contro la Grottese (che peraltro iniziò la gara con solo sette effettivi perché alcuni giocatori si erano dimenticati i documenti di riconoscimento e si andò in tutta fretta a recuperarli). Al timone di quella squadra c´era Nazzareno Orlandoni e tra i giocatori impiegati Ulissi, Compagnucci, Bontempo, Bertini, Tomassoni, Santinelli, Coppa, Manfredi, Coniglione, Marini, Costantini, “Ciccio” Sbarbati, Croia, Bastianelli, Ventura e Strologo.

Il campionato di Promozione 1978/79 non fu brillante per la Biagio, che schierò parecchi giovani visto e considerato che per quella stagione non erano previste retrocessioni per via dell´allargamento dei quadri, e Orlandoni dovette cedere il posto al neo-trainer Marino Recchi, dopo la sesta giornata. Da evidenziare comunque un successo per 2-1 contro la Jesina, squadra che si aggiudicò il torneo davanti al Montemarciano. Meglio andarono le cose nell´annata successiva, dove la Biagio, nonostante una falsa partenza con due sconfitte consecutive nelle prime due gare, si piazzò al settimo posto nel girone A di Promozione. Ma il fatto più notevole di quella stagione fù l´ingaggio dell´attaccante Giuliano Bertarelli, trentaquattrenne ex professionista, che aveva militato anche in serie A nelle file del Cesena e della Fiorentina. A parte le indiscutibili doti tecniche, Bertarelli si dimostrò atleta di grande umiltà ma soprattutto persona ricca di sani valori umani che lo fecero diventare un vero e proprio elemento carismatico in quella stagione e nelle successive.

Dopo un brillante quarto posto nell´80-81, nel 1981/82 Chiaravalle visse un altro esaltante successo sportivo con la vittoria del campionato da parte della Biagio, che nel suo sessantennale conquistò la promozione nel campionato Interregionale e per la prima volta nella storia si affacciò alla ribalta di un torneo nazionale. I rossoblù precedettero di un punto l´assai più titolato Fabriano (battuto sia a casa propria per 2-1 che a Chiaravalle per 1-0, con “perla” decisiva di Bertarelli al 90°) nel corso di un acceso duello di trenta giornate, e successivamente furono costretti alla fatica supplementare di uno spareggio contro il Tolentino, vincitore del girone B. La gara, disputata ad Osimo il 9.5.1982, vide la Biagio prevalere per 2-0, con reti di Sordoni e Moschini. Il campionato Interregionale rappresentò purtroppo un´avventura effimera per i colori rossoblù. Errori di programmazione, uniti all´effettiva incapacità della squadra di fare risultato (diverse volte la fatidica “zona Cesarini” fu fatale) e di mantenere il controllo dei nervi laddove le circostanze lo richiedevano, contribuirono all´immediata retrocessione in Promozione. L´ultima trasferta di Riccione fu quella che decretò la retrocessione dei ragazzi di Bonetti. In un campionato assai parco di soddisfazioni, va comunque ricordata la vittoria sul blasonato Chieti per 1-0, ottenuta grazie ad un calcio di punizione di Sordoni e strenuamente difesa fino alla fine, nonostante tre espulsioni, fra le tante che falcidiarono quell´anno una squadra assai immatura. Dignitoso fu il campionato successivo, che la Biagio, guidata da Renato Bussolari, chiuse al secondo posto, assieme all´Urbino, ma distanziata di ben diciotto lunghezze dalla Vis Pesaro, autentica mattatrice del torneo. Fu quello comunque l´anno dei grandi successi della compagine “Under 19” (della quale molti elementi quali Balducci, Maggiori, Veneziani, Carletti furono lanciati in prima squadra), che sbaragliò il panorama regionale ed arrivò ad un passo dalle finali assolute, fermandosi a Riolo Terme in un triangolare con Faenza e Grosseto che la vide immeritatamente eliminata senza sconfitte.

Ancora una piazza d´onore per la Biagio, affidata dal nuovo Presidente Pasquini a Maurizio Marchini, nel campionato 1984/85. Per due terzi del girone di andata i rossoblù mantennero la testa, ma non riuscirono a contenere la rimonta dell´Urbino, più forte tecnicamente, che raggiunse e superò i chiaravallesi umiliandoli nello scontro diretto vinto per 4-0, che segnò tra l´altro la prima sconfitta della Biagio e la fine dei sogni di gloria. Ridimensionate le ambizioni ed adottata una politica di “austerity” per esigenze di bilancio, la Biagio disputò i due successivi campionati sempre lontano dalle posizioni di vertice. I tecnici Fioranelli (annata ´85/86) e Mencarelli (´86/87), a cui subentrò a tre giornate dalla fine Gaetano Juso, riuscirono comunque a lavorare bene e valorizzare diversi giovani del vivaio, come Rocchetti, Angeletti e Bruschi C. e Favi F. Nel ´87/88, sotto la presidenza Bastianelli, la Biagio disputò un campionato incolore, raggiungendo la salvezza soltanto alla penultima giornata, tanto che all´inizio del girone di ritorno il tecnico Sigarini venne esonerato e alla guida della squadra subentrò, nella duplice funzione di giocatore e allenatore, Fulvio De Chiara, vecchia “colonna” dorica.

De Chiara allenò la Biagio nel triennio successivo, che vide ancora una volta la squadra alla ribalta del palcoscenico regionale. Due secondi posti consecutivi contrassegnarono i tornei dei rossoblù, ma mentre nel primo caso (campionato ´88/89) non ci fu nulla da recriminare, con il Piobbico (comunque battuto a Chiaravalle da una rete di Santarelli) indiscusso leader, nella stagione ´89/90 la promozione sfuggì per un solo punto. I chiaravallesi rincorsero per lungo tempo la sorpresa Cerreto e riuscirono a raggiungerla vincendo in campo avverso lo scontro diretto a cinque giornate dalla fine, per merito di una doppietta siglata da “Gito” Lantieri (seconda rete in contropiede a tempo scaduto). Nonostante l´entusiasmo alle stelle, un´inopinata sconfitta interna ad opera della Vigor Senigallia condannò i rossoblù ad un´ennesima, atroce amarezza.

Al di là del risultato sportivo, nel 1990 si verificò comunque un evento rilevante nell´attività calcistica di Chiaravalle: la fusione tra la S.S. BIAGIO NAZZARO e l´A.C. CHIARAVALLE. Quest´ultima Società era sorta grazie all´unione dei “Rangers ´73” (sodalizio fondato appunto nel 1973 da alcuni appassionati, tra i quali Ubaldo Goffi e Giuliano Manfredi, per soddisfare una richiesta di calcio allora esuberante), e la Don Leone Ricci, società parrocchiale dedita esclusivamente all´attività giovanile. Per alcuni anni l´A.C. Chiaravalle svolse un ruolo importante per il calcio chiaravallese disputando onorevoli campionati di Seconda e Prima Categoria qualificandosi soprattutto per il reclutamento, l´addestramento e la volorizzazione di moltissimi giovani chiaravallesi che non potevano essere tutti inseriti nei ranghi della Biagio. L´attività di questa Società, guidata dal corso degli anni da Ubaldo Goffi, Giuliano Manfredi e Mario Moscatelli, coadiuvati dagli appassionatissimi Luigi Morelli, Valter Agostinelli, Sergio Pasquini, Maurizio Animali, Giovanni Bartolini, Salvatore Tarallo, Gianni Mancinelli, pur nella sua legittima ed orgogliosa autonomia, fu utilissima, quasi complementare per la Biagio. Infatti molti giocatori provenienti dall´A.C. Chiaravalle indossarono la casacca rossoblù, due per tutti: Marco Anselmi e Michele Marinelli. La collaborazione tra le due società sfociò quindi quasi naturalmente nella fusione che non rappresentò un semplice travaso dalla società più piccola in quella più grande ma fu una vera e propria unione paritetica. La S.S. BIAGIO NAZZARO si chiamò da allora A.S. BIAGIO NAZZARO CHIARAVALLE e personaggi come Mario Moscatelli, Giovanni Bartolini, Maurizio Animali, Sergio Pasquini e Luigi Moretti hanno occupato, ed alcuni continuano ad occupare, ruoli di primo piano nell´organigramma della Biagio.

Positivo, ma largamente inferiore alle attese, fu il torneo successivo (presidenza Malgioglio), che vide la Biagio piazzarsi al sesto posto ed essere comunque ammessa al nuovo campionato di Eccellenza regionale. Censori, con diciotto marcature, fu nell´occasione il capocannoniere del girone. I primi due campionati di Eccellenza, con Sauro Trillini alla guida tecnica, furono positivi. La Biagio ottenne due dignitosi quarti posti. Il primo torneo è ricordato per la lunga serie di partite senza sconfitte, il secondo per l´affascinante avventura in Coppa, che si fermò solo alle soglie della finale, il 5 maggio 1993 (evidentemente era scritto che quel giorno, per i rossoblù, non sarebbe mai stata “vera gloria”). Nel ´caliente´ campo di Gela, davanti a quattromila spettatori la Biagio resse quasi un tempo, prima di venire seppellita di reti (quattro). Da sottolineare che in quell´occasione la Biagio effettuò la prima trasferta “aerea” della sua storia La sconfitta comunque non inficiò l´esaltante marcia in questa competizione, che vide la squadra chiaravallese far fuori successivamente Osimana, Morrovalle, Sangiustese, Jesina, Lucrezia, Tiberis Umbertide, Vis Velletri e Campi Salentina.

Il campionato 1993-94 (presidente Marco Boschi) fu invece molto sofferto per i colori rossoblù. La squadra, affidata a Claudio Mencarelli (esonerato dopo la XVII giornata e sostituito da Luciano Barboni, nella duplice mansione di allenatore e giocatore), fu bruscamente ridimensionata nell´organico per esigenze di bilancio, ma riuscì comunque a togliersi le sue brave soddisfazioni nella prima parte del torneo, come ad es. la vittoria sulla Jesina leader, battuta a Chiaravalle da una rete di Luca Maggiori. Seguì poi una lunga sequenza di risultati negativi, che spinsero i rossoblù verso il baratro della retrocessione. Quando la Biagio perse nettamente lo scontro diretto di Fabriano, l´amaro epilogo sembrò scontato, ma alla quintultima giornata un rigore generosamente concesso dall´arbitro e realizzato da Pacenti nella ´facile´ trasferta di Falconara fu il prodromo di un finale record. I rossoblù conquistarono nove punti su dieci a disposizione, beffando la Fabrianese sul filo di lana e raggiungendo la salvezza (decisivi il penalty di Petrini contro l´Urbania alla penultima giornata e il sinistro di C. Santinelli che regolò il Lunano all´ultima). La Biagio restò in Eccellenza e si difese con dignità anche nel campionato successivo.

L´allenatore Gianluca Fenucci condusse a salvezza senza eccessivi patemi una squadra tecnicamente modesta, ma agonisticamente sempre all´altezza della situazione. Da registrare la splendida vittoria di San Benedetto (rete di Zaccarelli su rigore), ottenuta a spese della capoclassifica, imbattuta fino a quel momento, in uno stadio, il “Riviera delle Palme”, degno di ben altre platee. La stagione ´95/96 fù, purtroppo, travagliatissima. Falaschi e Talevi, dirigenti “chiave” degli ultimi undici anni, avevano lasciato la Società durante l´estate, creando un notevole vuoto di potere, aggravato dal fatto che, essendo molti giocatori già svincolati, la squadra era praticamente da ricostruire. In queste condizioni l´Amministrazione Comunale, sempre sensibile alle vicende della Società, promosse una serie di incontri che si conclusero con la formazione di un nuovo consiglio direttivo presieduto dall´Ing. Giuseppe Pascucci. Purtroppo, l´entusiasmo e la buona volontà, pur consentendo alla Biagio di continuare il suo glorioso cammino, non furono sostenuti dalla necessaria lucidità nel programmare la stagione agonistica che stava per iniziare, in un campionato duro come quello dell´Eccellenza. L´organico si rivelò subito inadeguato e la conseguente crisi di risultati sfociò ben presto nel cambio della conduzione tecnica (l´all. Gianluca Fenucci sostituito da Sauro Bonetti) e nelle dimissioni del Presidente. La fortissima tensione generata da questi eventi traumatici vanificò gli sforzi del nuovo Presidente Plinio Parasecoli, uomo di grande esperienza e concretezza tornato dopo 12 anni alla guida della società, come quelli della squadra che, pur rinforzata dall´arrivo di nuovi elementi di provato valore, come Simone Graciotti e Ugo Coltorti, non riuscì ad evitare un´amarissima retrocessione.

L´ultima stagione è stata, in un certo senso, quella della rifondazione. Una dirigenza compatta ed una programmazione attenta, soprattutto alla valorizzazione dei giovani del fiorentissimo “vivaio” biagiotto, hanno consentito di gettare le basi per un futuro ricco di soddisfazioni e, contemporaneamente, di disputare un campionato positivo oltre ogni ragionevole aspettativa. Grazie alla tenacia di tutte le sue componenti, la Biagio ha lottato fino all´ultimo addirittura per la vittoria finale. La prima parte del campionato è stata altalenante: un organico largamente rinnovato, infortuni e qualche squalifica di troppo hanno fatalmente determinato alcuni risultati negativi e, di conseguenza la vetta della classifica si è allontanata. Poi, dalla metà della stagione in avanti, la squadra ha trovato un assetto affidabile e ha inanellato una serie di 17 risultati utili consecutivi che hanno riportato la Biagio a 2 punti dalla capolista Cagliese. Quest´ultima, purtroppo, non ha più perso colpi, ha continuato a macinare risultati, meritandosi quindi la vittoria finale. Ai “Biagiotti” è rimasta la soddisfazione di un prestigioso secondo posto, impreziosito dal fatto di aver battuto in entrambi gli incontri la stessa Cagliese. Questa stagione ha quindi visto tornare la Biagio tra i grandi protagonisti del calcio dilettantistico marchigiano, degna erede del suo glorioso passato. L´emozionante epilogo ha riacceso l´entusiasmo di tutto l´ambiente sportivo chiaravallese e, soprattutto, ha regalato finalmente ai propri irriducibili tifosi le soddisfazioni che meritano.

Proprio parlando di questi ultimi vorremmo concludere questa storia. In alcune occasioni, trascinati dalla loro passione, essi hanno assunto atteggiamenti censurabili, ma indubbiamente il loro sostegno è stato importantissimo, a volte addirittura determinante nel raggiungimento di esaltanti risultati sportivi. Nell´auspicare che il “tifo”, pur acceso ed assordante, resti sempre nell´ambito di un sano antagonismo sportivo, senza mai sfociare in violenza ingiustificata e gratuita, e sia all´altezza della gloria che la “vecchia Biagio” si è saputa conquistare in tanti anni di attività, ci è caro ricordare, come simboli di tutta la tifoseria, due figure così diverse, ma anche così vicine: il “mitico Peppe” (Giuseppe Pellegrini), per oltre 30 anni “colonna” della Biagio come dirigente, economo e massaggiatore, ed il giovanissimo Filippo Coniglione, entrambi recentemente scomparsi. Facciamoci sempre onore anche per loro!

Tratto dal libro:
BIAGIO NAZZARO CHIARAVALLE
Una squadra, una città

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