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LA QUARTA AVVENTURA IN ROSSOBLÙ DI NICOLÒ BREGA

di ANDREA ROSSI

CHIARAVALLE È uno dei pochi chiaravallesi della rosa. Nicolò Brega, classe 2000, è alla sua quarta stagione in rossoblù e con 67 presenze e 1 rete rientra ormai nel novero dei “veterani”. Il suo ruolo è laterale sinistro, quello che una volta si identificava come “terzino fluidificante” e che, nella terminologia attuale, è diventato “laterale basso”. Nicolò, tra l’altro, è un <figlio d’arte>. Chiaravalle sportiva, infatti, non può dimenticare le gesta di suo padre Alessio, arcigno marcatore, 167 presenze e 2 reti in rossoblù tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, ​ in un periodo in cui il calcio, anche dilettantistico, era profondamente diverso rispetto a quello attuale. Abbiamo scambiato qualche impressione con Nicolò poco prima dell’inizio della prima seduta di allenamento della stagione.

Un momento del ritrovo del nuovo organico biagiotto

Nicolò, finalmente stiamo per ripartire. Abbiamo il tanto atteso protocollo, anche se restano ancora incognite. Riusciremo a giocare a fine settembre?

“Lo spero fortemente, così come spero che non ci siano interruzioni di sorta”.

Che stagione sarà?

“Sicuramente sarà un anno più impegnativo e più intenso del solito”.

E tu, a vent’anni, sarai già un <over>. Cosa cambia per te con questo importante passaggio?

“Cambia molto. È un passaggio che mi stimola molto al miglioramento. Conquistare un posto in squadra e mantenerlo sarà più difficile, ma ho tanta voglia di ricominciare, di darmi da fare, di dimostrare quel che valgo. La lunga inattività dovuta al lockdown mi ha dato una carica in più”.

​Biagio che torna in un’Eccellenza mostruosa, almeno a livello di nomi, ma senza timore riverenziali…

“Assolutamente sì. Veniamo da un campionato vinto con pieno merito ma in un modo particolare, che non abbiamo potuto festeggiare, per cui tutti ci teniamo a metterci in mostra. Siamo una buona squadra, che non ha nulla da temere e che affronterà gli avversari consapevole del suo valore. Le aspettative sono buone, sta a noi adesso dimostrare sul campo ciò che sappiamo fare”.

Cosa puoi dirci dei nuovi?

“Non li conosco ancora bene. Mi fido ciecamente di questa società. Se li ha presi, è perché si tratta sicuramente di gente valida. Sono contento per tutti quelli che sono rimasti, soprattutto perché parecchi di loro sono ormai elementi <fissi>, praticamente chiaravallesi a tutti gli effetti. Dispiace che qualcuno abbia fatto altre scelte, ma il calcio è questo. Sono sicuro che aumenterà l’integrazione del gruppo nei confronti dei nuovi. Creare un buon gruppo è il presupposto essenziale per il successo e la vittoria dell’ultima stagione, tutt’altro che scontata, è stata dovuta essenzialmente a questo”.

Sarà un campionato a 18 squadre, ancora a girone unico, nonostante tante proteste da parte di chi spingeva per un frazionamento in due gironi…

“Secondo me l’Eccellenza, essendo il massimo palcoscenico regionale, deve essere a girone unico. Spezzettare un campionato così storico sarebbe stato ingiusto e la qualità ne avrebbe risentito”.

Dei nostri avversari che cosa puoi dire?

“Per loro parla già la storia. Gli avversari che affronteremo ci stimolano. Giocare ad Ancona, Jesi, Senigallia significa voler dare il meglio di se stessi e non prendere alcun impegno sottogamba”.

Della tua vita di studente, che ci racconti?

“Sono iscritto alla Facoltà di Scienze Ambientali. Gi studi vanno avanti, ma anche lì dovrei fare un po’ meglio. Vuol dire che mi dovrò impegnare di più, come in tutte le cose. Anche questo è un obiettivo che intendo perseguire”.

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