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LE PAROLE DEI PROTAGONISTI DOPO IL DERBY DEL CAROTTI

di ANDREA ROSSI

JESI Dallo spogliatoio esce Giammarco Malavenda, che ci mette la faccia e si concede ai cronisti. “È difficile commentare una prestazione così. Non ci aspettavamo certo questo risultato e questa partenza, con tre gol concessi agli avversari in venti minuti e una serie di errori da ragazzini. Non è possibile lasciare colpire di testa liberamente dentro l’area piccola. Non so che altro dire, se non che le colpe sono mie. Una disfatta del genere non ha scusanti, è evidente che l’allenatore ha sbagliato in tutto. Si può perdere, ma non in questo modo. Sto vivendo una situazione assurda, che non mi è mai capitata in tanti anni di carriera. Ci metto la faccia, ma oggi la faccia dobbiamo metterla sotto terra. La società, giustamente, farà le sue considerazioni. Sono un uomo di calcio e so bene che dopo un “cappotto” del genere è legittimo che ci si interroghi sul futuro. Faccio i complimenti alla Jesina, una squadra ben attrezzata in cui ho anche giocato e che porto ancora nel cuore. Mi scuso con i tifosi e con tutta la città di Chiaravalle. Ho avuta la fortuna di regalare tante soddisfazioni a questa piazza, ma oggi mi vergogno”.

Subito dopo avere proferito queste parole il mister non riesce a controllarsi e si allontana, trattenendo a stento a nascondere le lacrime.

Simone Strappini, tecnico della Jesina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di ben altro umore Simone Strappini, oggi sulla panchina dei leoncelli al posto del fratello Marco squalificato. “In settimana mister e squadra hanno lavorato alla grande. Volevamo smaltire la delusione di domenica scorsa, quando ci eravamo fatti raggiungere, e volevamo fare una grande prova in una partita che è sempre molto sentita. Siamo partiti a tremila all’ora fin dal primo secondo e ci è andato tutto bene. Oggi ci ha assistito anche la fortuna, ma il merito è del gran lavoro fatto dai ragazzi. Questo risultato rappresenta un orgoglio incredibile, soprattutto per i nostri tanti giovani che, con coraggio, il mister schiera in campo. La Biagio? Sono cose che accadono nel calcio, ci sono partire in cui a una squadra va tutto bene e a un’altra tutto male e oggi è stata una di queste. Sono sicuro che da domenica la squadra rossoblù saprà ripartire alla grande” (grazie per l’incoraggiamento, n.d.r).

E non potevamo che finire con lui, un pezzo della nostra storia (che anche oggi, dopo questa batosta, rivendichiamo con orgoglio): Michele Domenichetti (foto di copertina), il secondo biagiotto più “presente” di sempre, che ci saluta cordialmente.

Michele, non ti chiedo di commentare la partita perché sarebbe un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Parliamo di emozioni. Che cosa ha rappresentato per te giocare contro la “tua” Biagio?

“Non era e non poteva essere una partita come le altre. Quelli con la Biagio sono stati dieci anni di calcio e di vita, un’esperienza che lascia il segno e ti porti dentro. All’inizio ho provato tanta emozione, poi ho cercato di concentrarmi sulla partita, anche se avevo di fronte tanti amici”.

Tanti amici e anche tanti tifosi, che ti hanno acclamato…

“I tifosi sono stati eccezionali, come sempre. Li ringrazio vivamente, loro mi hanno sempre voluto bene”.

Michele, a due anni dall’addio vogliamo chiudere ogni equivoco in merito alla tua mancata riconferma?

“Certamente. Non è un problema ciò che è successo. Era normale che ci rimanessi male, ma si va avanti. Adesso mi trovo bene in questa società e in questa squadra. Dico solo che un risultato come quello maturato oggi va sempre bene analizzato. Oggi alla Biagio è andato veramente tutto storto, noi siamo riusciti a concretizzare subito e abbiamo avuto la strada spianata. Sinceramente ti dico che mi dispiace per i ragazzi in campo e per i tifosi. È stato un risultato talmente brutto che può solo essere archiviato in fretta”.

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